Rassegniamo

Rassegnamo

Approfondimenti

La "i" è obbligatoria, in quanto parte integrante della desinenza. Anche i I verbi in "-gnare" mantengono la "i".

La desinenza della prima persona plurale dell'indicativo presente, infatti, è -iamo (noi dormiamo, noi mangiamo, noi lavoriamo, noi rassegniamo, noi giochiamo ecc...).

Sebbene alcune grammatiche ammettano anche le forme senza "i" (in quanto la pronunzia della parola non cambia), la "i" in questione appartiene alla desinenza verbale e non può essere eliminata. Dunque è consigliabile scrivere RASSEGNIAMO.

La stessa regola è valida per la prima e la seconda persona plurale del congiuntivo presente: che noi rassegniamo, che voi rassegniate.


Tiramisù

Tiramisu

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Il nome di questo buonissimo e delizioso dolce si scrive con l'accento sulla U finale, dunque tiramisù.

Curiosità: nei paesi di lingua inglese questo dolce si chiama "Pick-me-up".


Perspicace

Perspicacie

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L'aggettivo in questione si scrive senza i. Perspicace deriva dal verbo latino perspicio = "discerno, vedo dentro".

La stessa regola è valida per l'avverbio PERSPICACEMENTE.

Il vocabolo "perspicacia", invece, si scrive con la i.


Stazione

Stazzione

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Davanti a -ion le consonanti g e z non si raddoppiano MAI; dunque, dovete scrivere STAZIONE, eccezione, addizione, colazione e correzione, non stazzione, eccezzione, addizzione, colazzione e correzzione.

Consultando qualunque dizionario, potrete constatare che l'unica forma corretta è quella con una sola z.


Insegniamo

Insegnamo

Approfondimenti

La "i" è obbligatoria, in quanto parte integrante della desinenza. Anche i I verbi in "-gnare" mantengono la "i".

La desinenza della prima persona plurale dell'indicativo presente, infatti, è -iamo (noi dormiamo, noi mangiamo, noi lavoriamo, noi insegniamo, noi giochiamo ecc...).

Sebbene alcune grammatiche ammettano anche le forme senza 'i' (in quanto la pronunzia della parola non cambia), la "i" in questione appartiene alla desinenza verbale e non può essere eliminata. Dunque è consigliabile scrivere INSEGNIAMO.

La stessa regola è valida per la prima e la seconda persona plurale del congiuntivo presente: che noi insegniamo, che voi insegniate.


Anche io

Anch'io

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Se vi è capitato di chiedervi se si scrive anche io o anch'io, in qualunque modo lo abbiate scritto non avete commesso errori. Entrambe le forme sono corrette. L'importante è che non scriviate "anchio".

Ecco alcune frasi d'esempio:

  • Ho sbagliato anch'io.
  • Anche io l'ho scritto così.

Affibbiare

Affibiare

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Si scrive AFFIBBIARE, con 2 B, non affibiare.

Il verbo deriva dal latino volgare affibulāre, derivato di fibŭla «fibbia».


Intersezione

Intersezzione

Approfondimenti

Davanti a -ion le consonanti g e z non si raddoppiano MAI; dunque, dovete scrivere INTERSEZIONE, eccezione, addizione, colazione e correzione, non intersezzione, eccezzione, addizzione, colazzione e correzzione.

Consultando qualunque dizionario, potrete constatare che l'unica forma corretta è quella con una sola z.


Per caso

Percaso

Approfondimenti

Questa locuzione avverbiale si scrive separata, quindi "per caso", non "percaso".


Scientifico

Scentifico

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La sillaba SCE si scrive quasi sempre senza la I; eppure tutte le parole legate al sostantivo SCIENZA, dal latino scientiam (da sciens participio presente del verbo scire, che vuol dire "sapere"), costituiscono un'eccezione alla regola appena esposta. 

SCIENZA e le parole derivate (scientifico, scienziato, fantascienza, onniscienza…) si scrivono con la I.


Astrazione

Astrazzione

Approfondimenti

Davanti a -ion le consonanti g e z non si raddoppiano MAI; dunque, dovete scrivere ASTRAZIONE, eccezione, addizione, colazione e correzione, non astrazzione, eccezzione, addizzione, colazzione e correzzione.

Consultando qualunque dizionario, potrete constatare che l'unica forma corretta è quella con una sola z.


Quattrocchi

Quattr'occhi

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Sono ammesse entrambe le grafie, sebbene sia più diffusa quella univerbata (quattrocchi).


Perciò

Per ciò

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Se facciamo riferimento alla congiunzione conclusiva, dobbiamo scrivere "perciò".

Es.: Luca ha subito un fallo durante la partita perciò (= quindi) l'arbitro ha fermato il gioco.

La grafia separata "per ciò" non è sbagliata, ma ha un valore diverso dalla congiunzione.

Es.: Ho rimproverato mio figlio per ciò (= per quello) che ha fatto alla sua compagna.

     Ti ringrazio per ciò che hai fatto per me.


Infatti

In fatti

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La congiunzione "infatti" si scrive tutta unita. La forma in fatti è errata.


Buonumore

Buon umore

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Siamo fortunati: entrambe le grafie sono corrette.

Sia il Sabatino Coletti che il dizionario Hoepli citano "buon umore" e "buonumore" come sostantivo maschile solo singolare.


Googlare

Guglare

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Googlare è un neologismo, nato dopo la diffusione globale del motore di ricerca Google. Il verbo vuol dire "Cercare con Google" e sempre più spesso è usato come sinonimo di "cercare su Internet". 


Imbecille

Inbecille

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Per evitare di fare la figura degli imbecilli bisognerebbe prestare attenzione a come si scrive questo aggettivo.

Prima delle consonanti labiali "b" e "p" si scrive sempre la lettera "m": è una delle regole fondamentali della grammatica italiana.


Pance

Pancie

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Il plurale dei nomi che al singolare terminano in -cia e -gia (Ciliegie o ciliege? Provincie o Province? Pancie o Pance?) è una delle questioni che più genera incertezza tra i parlanti e gli scrittori della lingua italiana.

Il plurale di pancia è PANCE; infatti, secondo la regola del plurale dei nomi in -cia, -gia, -scia:

  • le parole in cui le terminazioni -cia e -gia sono precedute da vocale formano il plurale in -cie e -gie: scriveremo dunque ciliegie, camicie, micie, valigie...;
  • le parole in cui -cia e -gia sono precedute da consonante formano il plurale in -ce e -ge: scriveremo dunque pance, pronunce, gocce, bolge, frange...

Rientrano in questo secondo caso anche le parole in -scia, che al plurale terminano sempre in -sce: fascia-fasce; striscia-strisce...


Barbarie

Barbaria

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Si scrive e si dice solo "BARBARIE".

Barbarie è un sostantivo femminile indeclinabile e ha due significati:

  1. condizione sociale e culturale non progredita;
  2. atto crudele.