Se vi è mai capitato di chidervi "Si scrive inghiottiscono o inghiottono?" dovete sapere che sono corrette entrambe le forme. Nei modi indicativo e congiuntivo presente, imperativo e in nelle 3 persone singolari e la 3a plurale, la coniugazione del verbo inghiottire presenta una doppia forma. Per tutte le altre il verbo inghiottire presenta solo la forma senza l’interfisso -isc-.
La forma corretta è quant'altro, con l'apostrofo: il pronome indefinito quanto è soggetto ad elisione prima del pronome indefinito altro.
Vi è mai capitato di chiedervi se l'espressione trucco e parrucco fosse corretta? L'espressione "trucco e parrucco" gioca con la rima delle parole "trucco" e "parrucca", modificando quest'ultima in "parrucco". Con "trucco e parrucco" ci si riferisce a tutte quelle operazioni di trucco e acconciatura nei contesti degli spettacoli teatrali o comunque relativi al mondo dello spettacolo.
La locuzione "trucco e parrucco" sembra essere nata in ambito televisivo negli anni '90 e si è diffusa anche nel teatro d'opera, spesso utilizzata per indicare il reparto dedicato al trucco e alle acconciature. Nonostante la sua diffusione, l'espressione alterna spesso la forma corretta "parrucca" con "parrucco", indicando una certa esitazione nell'adozione del termine.
La risposta è si. Il dizionario treccani la inserisce la locuzione "trucco e parrucco" tra i neologismi del 2023. Allo stesso modo, il sintagma parrucco è accettato dai principali dizionari di lingua italiana.
Un buon influencer, o nativo digitale che sia, dovrebbe sapere esattamente come si scrive. Ma non è sempre così. La risposta alla domanda "si scrive hashtag o hastag?" è una soltanto: si scrive hashtag.
Il termine hashtag, nato insieme a Twitter nel 2009, è la composizione dei vocaboli inglesi hash (il simbolo del cancelletto) e tag (etichetta). Si tratta, per l'appunto, di una o più parole in sequenza precedute dal simbolo # (o cancelletto). L'hashtag è, più semplicemente, una macro-categoria. Così, quando pubblichiamo un post sui social utilizzando uno specifico hashtag, non faremo altro che correlare il nostro post a tutti quelli che riportano lo stesso hashtag. Non solo Twitter (oggi "X"), tutti i social attualmente operativi (Facebook, Instagram, TikTok e YouTube) permettono l'utilizzo di uno o più hashtag all'interno dei propri post.
Come avviene per molte parole inglesi "adottate" dalla lingua italiana, è possibile omettere la s- finale dal plurale inglese hashtags.
I giocatori di Minecraft sapranno esattaemente come si scrive, eppure potrebbe esservi mai capitato di chiedervi: "Qual è il plurale di tramoggia? Tramogge o Tramoggie? Con o senza la i-?". Il plurale di tramoggia è, senza ombra di dubbio, tramogge, senza la lettera i-.
le parole dove le terminazioni -cia e -gia sono precedute da vocale formano il plurale in -cie e -gie: avremo dunque ciliegie, camicie, micie, valigie;
le parole dove -cia e -gia sono precedute da consonante formano il plurale in -ce e -ge: avremo dunque tramogge, province, pronunce, gocce, bolge, frange.
Rientrano in questo secondo caso anche le parole in -scia, che al plurale terminano sempre in -sce: fascia-fasce; striscia-strisce...
La tramoggia è contenitore a forma di tronco di piramide o di cono, utilizzato per raccogliere, immagazzinare o distribuire materiali sfusi, come grano, cereali, sabbia, ghiaia, o altri tipi di materiali granulari. Nelle strutture agricole, la tramoggia è spesso utilizzata per conservare i raccolti di cereali o altri alimenti per il bestiame. Inoltre, può essere utilizzata in vari contesti industriali, come l'edilizia e l'ingegneria civile, per il trasporto e la gestione di materiali granulari. Grazie alla loro forma le tramogge consentono un flusso controllato e uniforme di materiale attraverso l'apertura inferiore.
Nel famoso videogame Minecraft la tramoggia è un elemento fondamentale per l'automazione dei processi di raccolta, smistamento e trasferimento degli oggetti all'interno del gioco. Si tratta di un blocco utilizzato per trasferire gli oggetti dalla tramoggia stessa alla direzione su cui la sua punta finale è rivolta (un contenitore o un blocco prestabilito).
Vi è mai capitato di chiedervi: "Qual è il plurale di puleggia? Pulegge o Puleggie? Con o senza la i-?". Il plurale di pulleggia è, senza ombra di dubbio, pulegge, senza la lettera i-.
Rientrano in questo secondo caso anche le parole in -scia, che al plurale terminano sempre in -sce: fascia-fasce; striscia-strisce...
La puleggia è una ruota che gira attorno a un asse, usata per sollevare o spostare i carichi, oppure per trasmettere un moto rotatorio.
Durante il montaggio delle proprie tende, Campeggiatori e scout se lo saranno chiesto almeno una volta: "Si scrive picchetto o pichetto? Con una c- o due c-?". Si scrive picchetto, con due c-.
La parola picchetto può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui viene utilizzata:
Pichetto è un nome proprio di persona. Gilberto Pichetto Fratin è un politico italiano, dal 22 ottobre 2022 ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica nel governo Meloni.
"Si scrive dirimere o derimere?" . Sicuramente non è il più popolare tra i nostri quesiti, eppure potrebbe capitare di essere assaliti dal dubbio. Si scrive dirimere, con due i-. Considerato che gran parte dei dizionari non ne facciano menzione, l'utilizzo della forma con tre e-, derimere, è fortemente sconsigliato.
La parola dirimere viene dal latino ed è la composizione di dis- "qua e là" ed emere "prendere". Dirimere vuol dire risolvere, troncare (grazie all'intervento d'autorità). Es. dirimere una controversia; dirimere una questione; dirimere una lite.
Se sei nato tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta questo quesito potrebbe essere rivolto a te: "Si scrive boomer o bumer?". Considerato che si tratta di un vocabolo inglese è facile intuire che la grafia corretta sia boomer, con due o-.
La parola boomer è la forma abbreviata di "baby boomer" e si tratta di un appellativo che la "Generazione Z" (coloro che sono nati tra la seconda metà degli anni Novanta e la fine del Duemila) rivolgono, in maniera dispregiativa, ai nati durante il boom economico avvenuto tra la metà degli anni Quaranta e gli anni Sessanta. Molto spesso, l'espressione "ok boomer", viene utilizzata dai più giovani per riferirsi ai più vecchi o a tutti coloro che fanno "cose da vecchi".
Generalmente, la forma plurale delle parole straniere adottate dalla lingua italiana rimane invariata. In questo caso sono valide entrambe le forme i boomer e i boomers.
Questo quesito interesserà principalmente agli appassionati di sport: "Si scrive paralimpiadi, paraolimpiadi o parolimpiadi?". Si scrive paralimpiadi, senza la o- tra la a- e la lettera l-. Pur essendo meno diffusa, la forma paraolimpiadi è accettata da tutti i dizionari della lingua italiana. La grafia parolimpiadi, invece, è del tutto errata.
Le Paralimpiadi sono un evento sportivo internazionale che, come già accade per i Giochi Olimpici, è caratterizzato da numerose competizioni sportive, ma è riservata agli atleti disabili. Le paralimpiadi vengono disputate subito dopo la chiusura delle Olimpiadi, nella stessa nazione che ha organizzato quest'ultime.
La forma con la o-, paraolimpiadi, è documentata nell'italiano scritto da oltre un trentennio, eppure la forma senza la o-, paralimpiadi, è la più utilizzata. Perché? Semplicemente perché la forma ufficiale inglese "Paralympics Games" (che non contiene la o-), influisce sulla forma originale italiana.
Se proviamo a interrogare il motore di ricerca la parola paralimpiadi restituisce oltre 3 milioni di risultati; la ricerca della parola paraolimpiadi, invece, restituisce solamente 248.000 risultati. Un paragone impietoso.
Per la forma singolare vale lo stesso ragionamento fatto per la forma plurale: sia paraolimpiade che paralimpiade sono corrette ma è più corretto scrivere paralimpiade.
Se vogliamo riferirci agli atleti, i veri protagonisti delle paralimpiadi, è giusto scrivere atleti paralimpici (al singolare atleta paralimpico).
"E pure o Eppure? Staccato o unito? Come si scrive?" è una domanda che in molti si saranno posti almeno una volta nella vita. La congiunzione "eppure" si scrive univerbata, ovvero attaccata. La forma staccata, e pure, è un errore grammaticale, anche se in passato era ammessa. La tendenza degli ultimi anni a tradurre per iscritto la naturale univerbazione che avviene nella pronuncia, ha contribuito definitivamente all'affermazione della forma univerbata.
Eppure è una congiunzione che significa "nondimeno" o "tuttavia" e viene utilizzata per contraddire o contrastare ciò che è stato affermato prima.
Esempio: Ho cercato di finire il lavoro in tempo, eppure non ci sono riuscito.
Ecco un quesito culinario che avrà interrogato molti appassionati della cucina italiana: "Si scrive lasagna o lasagne?". Entrambe le grafie sono corrette, anche se la forma plurale, lasagne, è più diffusa.
Il termine lasagna deriva dal latino lasanum (un tipo particolare di pentola). La lasagna, per quei pochi che ancora non lo sapessero, è un tipo particolare di pasta all'uovo, tagliata in strisce larghe e cotta, generalmente, al forno con besciamella e ragù.
Quella delle lasagne al forno col ragù alla bolognese e la besciamella è sicuramente la ricetta più diffusa in Italia ed è conosciuta in tutto il mondo. Si tratta di un piatto tipico dell'Emilia Romagna, che molto presto è stato apprezzato da tutti gli italiani e gli stranieri.
Le lasagne al pesto rappresentano la variante "verde" a questo classico della cucina italiana. In questa ricetta il ragù alla bolognese viene sostituito con il pesto alla genovese.
Eccoci dinanzi a un quesito molto ostico, che neppure l'Accademia della Crusca è stata in grado di risolvere del tutto: "Si scrive tavolo o tavola?". La risposta cambia dinanzi al contesto in cui viene utilizzato il vocabolo.
È più corretto scrivere tavolo quando ci si riferisce al mobile costituito da un piano orizzontale di legno, metallo o altro materiale sostenuto da delle gambe.
È più corretto scrivere tavola quando ci si riferisce alla mensa, ovvero la tavola a cui si mangia; oppure quando ci si riferisce a un singolo asse o tavola (es. tavola di legno).
Facendo riferimento alla regola appena riportata, è più corretto scrivere apparecchiare la tavola, dato che ci si riferisce a tutto quello che c’è sopra la tovaglia. Tuttavia, anche la forma apparecchiare un tavolo rettangolare è corretta.
L'hai combinata grossa e devi scaricare la colpa su qualcuno? Allora hai proprio bisogno di un capro espiatorio (è cosi che si scrive).
Il capro espiatorio può essere una persona, un animale o un oggetto su cui scaricare tutte le colpe o tutti i mali. Questa espressione deriva dalla cultura ebraica: durante giorno dell'espiazione (kippūr), il sommo sacerdote scaricava tutti i mali della comunità su un capro, che poi veniva mandato in esilio nel deserto.
Le forme capro ispiatorio e capo ispiatorio sono entrambe errate.
Pellettieri e calzolai sanno qual è la grafia corretta tra cuoio e quoio, ma gli altri? Si scrive cuoio, con la lettera c-.
Il cuoio è la pelle animale conciata e resa adatta alla lavorazione: borsa di cuoio; cintura di cuoio; etc.
Le teste di cuoio, scritto sempre con la lettera c-, sono degli elmetti in dotazione alle squadre d'assalto; comunemente i reparti che indossano tali elmetti vengono chiamati anche loro teste di cuoio.
La grafia quoio, con la q-, è ammessa quando ci si riferisce a Monte Quoio (mt. 640), l’altura più elevata di Monticiano (comune in provincia di Siena), dove, durante le Resistenza, si combatterono feroci battaglie che culminarono nell’Eccidio di Scalvaia dell'11 Marzo 1944.
Il quesito di oggi è: "Qual è il più grande motore di ricerca del mondo? Si scrive Google, Gugle o Gugol?". Si scrive Google, con la doppia o-, e la pronuncia italiana è gugol. Tutte le altre grafie, gugle e gugol, sono errate.
Google è il sito più visitato al mondo. Il motore di ricerca Google è nato nel 1996 da un progetto avviato da Larry Page e Sergey Brin. Nel corso degli anni Google si è arricchito di innumerevoli servizi; i più famosi sono Youtube, Google Maps e Gmail.
Per quanto riguarda l'origine del nome, pare che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, volessero utilizzare una parola che potesse esprimere la vastità del web, per questo motivo furono impressionati da una già esistente: googol, coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero intero esprimibile con 1 seguito da cento zeri (10 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000).
Il motivo per cui, alla fine, venne chiamato Google e non Googol è dovuto a un errore di scrittura della parola in fase di registrazione del nome a dominio.
Tutti i servizi proprietari di Google vanno scritti con la stessa grafia del servizio principale. Dunque scriveremo Google Maps e Google Immagini.
L'avvento di Google ha avuto un forte impatto sulla lingua italiana, basti pensare che l'azione di svolgere una ricerca su Google ha dato vita al neologismo googlare.
"De-escalation o Descalation? Come si scrive?". Con i venti di guerra che in Ucraina soffiano sempre più intensamente ti sarà capitato più volte di sentire la parola protagonista del quesito di oggi; la risposta alla domanda "Come lo scrivo?" è de-escalation, con due e- separate da un trattino.
De-escalation è una parola inglese che viene utilizzata per riferirsi al progressivo attenuarsi di un fenomeno; nel caso specifico serve a indicare una progressiva riduzione dell'impegno militare. De-escalation è il contrario di escalation. I sinonimi di de-escalation sono: diminuzione, attenuazione.
In italiano, il genere di de-escalation è femminile.
A volte, capita di dover fare sentire la propria vicinanza a chi ha perso una persona cara, per tale motivo si usa fare le condoglianze (e non le cordoglianze).
La parola condoglianza deriva da condolersi che vuol dire: partecipare al dolore di altri. Le condoglianze sono un modo per esprimere la propria partecipazione al dolore altrui.
Letteralmente, la parola cordoglio (composto di cor "cuore" e dolēre "sentire dolore") significa "dolore di cuore", ovvero un dolore profondo in seguito a una sciagura. Sebbene il contesto in cui utilizzare la parola cordoglio coincida con quella della parola condoglianze, la parola cordoglianze non esiste.
"Oramai o ormai? Come si scrive?". Entrambe le forme sono corrette, anche se la forma ormai viene utilizzata principalmente nella lingua scritta, mentre la forma oramai è utilizzata per lo più nella lingua parlata.
L'avverbio ormai (composizione di ora e mai) viene utilizzato per indicare un evento che è iniziato o che si sta concludendo. I sinonimi di ormai sono: a questo punto, già, quasi.
Ecco un quesito molto caro ai pasticcieri e alle pasticciere: "Si scrive cheescake o cheesecake?". Si scrive cheesecake, con la vocale e- tra la s- e la seconda c-.
La parola cheesecake vuol dire torta al formaggio e deriva dalla lingua inglese. Alcuni dizionari della lingua italiana, come il GARZANTI e lo ZINGARELLI, registrano tale parola come sostantivo maschile invariabile (che mantiene invariata, nel plurale, la stessa forma del singolare), eppure l'Accademia della Crusca suggerisce che in assenza di criteri precisi è consigliabile, senza eccessive rigidità, adeguarsi all'uso più diffuso, "la cheesecake", considerato, inoltre, che per la parola cheesecake vince l'accostamento con il traducente italiano torta.
A conferma di quanto abbiamo appena affermato, la ricerca del sintagma nominale "il cheesecake" su Google produce "solamente" 38.800 risultati, contro i 254.000 risultati restituiti dalla ricerca di "la cheesecake".
Per quanto riguarda la forma plurale vale lo stesso ragionamento fatto precedentemente: è consigliabile adeguarsi all'uso più diffuso e scrivere le cheesecake (senza la s- finale).
Cheesecake si scrive unito. La forma cheese cake è consigliata, mentre la parola chees cake è sempre sbagliata.
Non ci sentiamo di sostituirci ai numerosi portali di cucina che propongono le proprie ricette di cheesecake. Se vuoi preparare una cheesecake alla nutella o una cheesecake alla fragola e sei alla ricerca di una buona ricetta non possiamo che consigliarti di fare una ricerca su Google.